Editoriale
Università di Catania
Università di Torino
Contenitore
Il terzo anno di vita di Scientia si chiude con l’inserimento del nostro periodico nell’elenco delle riviste scientifiche di Area 11, redatto dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR). Ciò non significa solo il riconoscimento dell’importante lavoro fatto dai tanti colleghi di redazione in questa sorta di scriptorium del terzo millennio, ma testimonia l’interesse crescente della comunità degli storici e delle storiche della scienza verso una rivista nella quale si riconoscono e alla quale attribuiscono quelle caratteristiche editoriali – regole di selezione dei contributi e best practices – adottate dai periodici nazionali e internazionali.
Dopo il numero monografico, dedicato a Sapere e alla divulgazione scientifica nell’Italia del Novecento, Scientia riprende la consueta narrazione polifonica. La sezione Studia si apre con un articolato saggio di Francesco Andrietti sull’ottica bruniana, un capitolo poco indagato nella vicenda intellettuale del nolano, che l’autore mette opportunamente in correlazione con l’interesse di Bruno per la geometria. Fabio D’Angelo ci conduce nella Napoli del primo Ottocento, dove il lavoro dello scienziato diventa anche volano per modernizzare la ‘periferia’ del Vecchio Continente: è il caso di Carmine Lippi, mineralogista e, dal 1820, parlamentare del Regno delle Due Sicilie, che mette la sua esperienza tecnico-scientifica al servizio di Ferdinando I. La sezione si chiude con lo studio di Andrea Battocchio su un particolare tipo di reattore nucleare raffreddato a fluido organico: un esperimento, realizzato in Italia e promosso dal Comitato nazionale per le ricerche nucleari, che vide la collaborazione del nostro Paese con gli Stati Uniti d’America, almeno fino all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso.
L’algologia è al centro delle ricerche botaniche dello scienziato veronese Achille Forti (1878-1937), il cui lascito testamentario include ben 1705 lastre, prevalentemente afferenti a questo ambito di studi. Claudia Addabbo riprende e illustra questo monumentale patrimonio, oggi conservato presso l’Orto botanico dell’Università di Padova, inserendolo nell’ampio milieu intellettuale del tempo di Forti ed evidenziando, in questo modo, anche il valore scientifico della fotografia in Italia tra Otto e Novecento.
Le pagine di Did-acta riflettono la preziosa testimonianza di un’esigenza, emersa nella Società, di cui si è fatta portavoce anche la nostra rivista, ossia quella di costruire e condividere dei percorsi di insegnamento della storia delle scienze sperimentati nelle scuole di ogni ordine e grado. Il contributo di Argante Ciocci, Veronica Gavagna e Flavia Marcacci offre un focus su un aspetto specifico dell’insegnamento della matematica: la trigonometria. Angoli, triangoli e misure: un approccio interdisciplinare per l’innovazione didattica è il titolo di un progetto online, svolto nell’a.s. 2024/25 presso il Liceo Scientifico Vitruvio di Avezzano. La seconda esperienza, illustrata da Fedra Alessandra Pizzato e Francesco Benedetti, si è svolta all’interno di un Piano per l'Orientamento e il Tutorato (POT), un’iniziativa del Ministero dell'Università e della Ricerca volta a migliorare e a sostenere i giovani nella scelta del corso di laurea. Il progetto Life Finds a Way, realizzato presso l’Istituto Dal Cero di San Bonifacio (VR), ha visto la partecipazione degli studenti alle attività di un laboratorio di biotecnologie. In particolare, in un’ottica di team building, gli studenti hanno sperimentato l’approccio interdisciplinare alla ricerca attraverso lo studio del DNA antico.
Biographica, come sempre, ci permette di scoprire e, in taluni casi, di riscoprire il contributo italiano alla costruzione del sapere scientifico attraverso un affascinante viaggio nelle vite degli scienziati. La figura di Filippo Pastarino, disegnata da Barbara Di Gennaro Splendore, restituisce uno di quei rarissimi esempi di speziale rinascimentale che hanno illustrato l’arte degli aromatari, oltrepassando i confini naturali della loro professione; Francesco Vizza propone al lettore nuovi elementi sulla figura di Luigi Lilio e sul suo contributo - tanto apprezzato da Cristoforo Clavio - alla riforma del calendario. Infine, Alessandro Ottaviani ci conduce tra erbari, geologia e storia naturale attraverso le opere di Giacomo Zanoni e Diego Revillas.
L’anno si chiude, ancora una volta, nel segno di una crescente vitalità della nostra Società, non solo per il consolidamento dei SISS Meets Early Careers, iniziati nel 2024, ma soprattutto per il successo della III edizione del Convegno biennale SISS di giovani studiose e studiosi di Storia della Scienza (Paesaggi di scienza. Luoghi, oggetti, saperi, immaginari), tenutosi a Padova dal 3 al 5 settembre, che ha visto decine di partecipanti confrontarsi e dibattere sui temi del convegno.
Quest’anno, purtroppo, è stato anche segnato dalla scomparsa di Gianni Micheli che ha rappresentato - come scrive Elio Nenci nel suo commosso ricordo - un punto di riferimento per tanti storici e storiche della scienza e, in particolare, per tutti coloro che si sono occupati della scienza rinascimentale, della Rivoluzione Scientifica, dei problemi metodologici e dei rapporti con la storia della filosofia. Gianni Micheli ha fatto dell’interdisciplinarità un tratto distintivo delle sue ricerche e questo, tra i tanti, è forse il lascito scientifico più importante del suo magistero accademico.