Zanoni, Giacomo (Montecchio Emilia, 1615 - Bologna, 1682)
Università degli Studi di Cagliari alessandro.ottaviani@unica.it
Received 17/07/2025 | Accepted 02/10/2025 | Published online 01/12/2025
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Zanoni, Giacomo nacque a Montecchio il 6 gennaio 1615 da Pellegrino, speziale, e da Ginevra Caronzi. Il padre morì nel 1618 e Giacomo fu affidato alle cure di Ludovico Caronzi, fratello di Ginevra e rappresentante della Comunità nell’amministrazione del Monte di Pietà. Sotto la tutela dello zio, Giacomo fu educato alle humaniores litterae e nei rudimenti per proseguire il mestiere del padre. Zanoni però dimostrò una passione profonda per la storia naturale, ragion per cui lo zio decise di mandarlo a Bologna, non per seguire le orme del padre, ma per assecondare il suo desiderio di ampliare il suo sapere. Venne dunque in contatto con Bartolomeo Ambrosini, medico e botanico, noto per la curatela delle opere di Ulisse Aldrovandi, allora docente di botanica e prefetto dell’Orto botanico. In breve tempo si distinse nello studio della botanica, per cui a soli ventisette anni la Congregazione della Gabella Rossa, benché egli non fosse laureato, gli affidò, nel 1642, la custodia dell’Orto botanico, succedendo a Paolo Gatti. Si sposò con l’imolese Giovanna Forni; la coppia ebbe tre figli, Pellegrino, che seguì le orme del padre, Ginevra e Maddalena. Di lì in poi Zanoni dedicò tutte le sue energie nell’arricchire la dotazione dell’Orto; di fatto, nei quindici anni successivi la sua custodia, l’Orto raggiunse, secondo quanto elencato in Hortus studiosorum Bononiae consitus [Ambrosini, 1657] di Giacinto Ambrosini, allora prefetto, il numero di circa 1500 specie coltivate, annoverandosi dunque fra i più ricchi d’Europa. Zanoni, parallelamente, aprì la sua spezieria nel rione di S. Biagio, e allestì inoltre un orto privato, «particolare», per adottare la definizione di Paolo Boccone, che lo stimò «degno di lode» [Boccone, 1684, p. 205], e un museo di naturalia, di cui fornì una dettagliata relazione Philipp Skippon nel suo soggiorno a Bologna nel marzo del 1664 [Skippon, 1732, p. 560-561]. Alla morte di Giacomo, l’orto privato e il museo furono amministrati dal figlio Pellegrino, come attesta Boccone, che ne ha lasciato anche una succinta descrizione: «Il museo di cose naturali del fu Giacomo Zanoni per essere raccolta di un privato si rende anch’egli considerabile. Racchiude muschi marini, coralli, fuchi marini, petrificazioni di molte sorti, cristalli, fossili del territorio di Bologna in numero considerabile e conchiglie forestiere con altre cose naturali, con tanta pulitezza disposte, che danno lustro alla città di Bologna» [Boccone, 1684, p. 217-218]. Particolarmente rinomato fu l’erbario che Zanoni approntò «d’innurabili piante, da lui con certo suo glutine gentilmente incollate sopra finissima carta, miniate de’ colori loro propri, e vieppiù vistose rendute con ornamenti dorati» [Fantuzzi, 1790, p. 256]; ne diede notizia, ancora in vita Zanoni, il già citato Skippon: «He [scil. Zanoni] shew’d us many dry’d plants, which were glewed to smooth boards whitened with cerussa; which boards he can put into frames, and hang up like pictures» [Skippon, 1732, p. 561]. Considerata la preziosità dell'erbario, si decise di inviare una selezione di circa 200 esemplari ad Alfonso IV d'Este, Duca di Modena, di cui tuttavia non si serba alcuna traccia.
Delle opere di Zanoni è noto un indice che dà conto delle prime perlustrazioni ed erborizzazioni [Zanoni, 1652]. Nel 1675 Zanoni diede alle stampe la Istoria botanica [Zanoni, 1675], edita a Bologna per i tipi di Giuseppe Longhi, con 80 tavole calcografiche, raffigurate da Francesco Curti e dal suo allievo Francesco Maria Francia, e la descrizione di 111 specie. Nell’allestire il materiale, Zanoni adottava il semplice ordine alfabetico e si misurava con tre dei tipici ambiti di ricerca della scienza botanica, ovvero, rendere partecipi di piante ancora non conosciute, rettificare le pregresse attribuzioni eliminando confusioni o sovrapposizioni, e infine tornare sul riconoscimento delle piante tramandate da Teofrasto e Dioscoride. Il volume include la presentazione delle piante esotiche, amerinde e orientali, per le quali Zanoni si avvalse di una serie di interlocutori e corrispondenti per l’invio di semi, missionari in prima istanza, fra cui il cappuccino Michelangelo Guattini. Nella relazione del suo viaggio compiuto nel 1667 alla volta di Pernanbuco in Brasile, Guattini prometteva a Zanoni di inviare quanto prima «frutti, fiori, radiche, semplici e semi di tutte quelle sorti, che potrà indagar la mia industria e la mia diligenza» [Guattini, 1679, p. 65]. Numerose tavole dall’India furono inviate a Zanoni dal padre Matteo di S. Giuseppe, carmelitano scalzo. L’uscita dell’opera lo segnalava come botanico di vaglia al cospetto della comunità dei botanici; si attirò elogi, ma anche critiche, fra cui quella di Giovan Battista Scarella, che sotto lo pseudonimo di Vincenzo Menegoti, pubblicò le Postille ad alcuni capi della Storia botanica del signor Giacono Zanoni… [Menegoti, 1676].
Nel corso della sua lunga carriera Zanoni entrò in contatto e in relazioni con numerosi naturalisti: in Italia con Giorgio della Torre, Baldassare e Michele Campi, Felice Viali, Manfredo Giovan Battista Scarella, Paolo Boccone Filippo Donnini, Tommaso Bellucci, Pirro Maria Gabrielli Francesco Redi, Pietro Nati, Giovan Battista Trionfetti; in Europa con Jacques Barrelier, Denis Joncquet, Paul Amman, Jakob Breyne, Christian Mentzel, Johann George Volckamer, Paul Hermann.
Negli ultimi anni della sua vita cercò di ultimare la seconda parte dell’Istoria che era prevista in latino, ma la morte, che lo colse il 24 agosto 1682, lo impedì.
Fra i suoi allievi vi fu Carlo Antonio Amadei, che ritrovò per la prima volta nelle valli emiliane un’erba palustre, che Gaetano Monti descrisse battezzandola Aldrovandia [Monti, 1747, p. 404-411].
Nel 1742 usciva, per le cure di Gaetano Monti, allora custode dell’Orto, un’edizione della Istoria voltata in latino e ampliata prelevando materiale dal lascito di Zanoni raccolti dai suoi successori con titolo Rariorum stirpium historia. L’edizione era arricchita da un incremento di oltre cento tavole. Monti, inoltre, vi annetteva un ritratto e, scritte di suo pugno, la vita di Zanoni, accompagnata da un nutrito florilegio di testimonianze dei contemporanei, e la vita del carmelitano scalzo, Matteo di S. Giuseppe. Nella prefazione Monti riferiva dell’occasione in cui era stata proposta l’idea di comporre questa edizione ampliata, attribuendola a William Sherard che, nel suo soggiorno a Bologna nel 1716, parlandone con i nipoti e con Lelio Trionfetti, avanzò il progetto promettendo di pubblicarlo in Inghilterra o in Olanda. Ma giacché i nipoti vollero che l’opera venisse stampata a Bologna, per la riuscita dell’impresa bisognò attendere altri ventisei anni. Del lascito del suo materiale, di cui non rimane traccia, ne ha fornito un elenco Giovanni Fantuzzi [Fantuzzi, 1790, p. 258-260]. Ultimamente, gli è stata attribuita anche la paternità di un erbario conservato presso i Musei Civici di Reggio Emilia; il corpus è composto di due sezioni assai diverse da loro: la prima comprende 132 fogli, sicuramente attribuibili a Zanoni, ma in pessimo stato; la seconda, 183 piante essiccate in buono stato, attribuite allo stesso. Diversi studi, inoltre, «convergono nell’indicare in Giacomo Zanoni l’autore di questa importante raccolta» [Cristofolini, 2021, p. 11].
- Opere di Giacomo Zanoni
Zanoni, 1652 = Zanoni Giacomo, Indice delle piante portate nell’anno 1652 nel viaggio di Castiglione, ed altri monti di Bologna, In Bologna, per Giovan Battista Ferroni, 1652.
Zanoni, 1675 = Zanoni Giacomo, Istoria botanica…, In Bologna, per Gioseffo Longhi, 1675.
- Opere coeve
Ambrosini, 1657 = Ambrosini Giacinto, Hortus studiosorum Bononiae consitus, Bononiae, typis Io. Baptistae Ferronii, 1657.
Boccone, 1684 = Boccone Paolo, Osservazioni naturali…, In Bologna, per li Manolessi, 1684.
Guattini, 1679 = Guattini Michel Angelo, Viaggio nel regno del Congo…, In Venetia, presso Iseppo Prodocimo, 1679.
Menegoti, 1676 = Menegoti Vincenzo, Postille ad alcuni capi della Storia botanica del signor Giacomo Zanoni…, In Padova, per Pietro Maria Frambotto, 1676.
Monti, 1747 = Monti Gaetano, De Aldrovandia novo herbae palustris genere, «De Bononiensi scientiarum et artium instituto atque academia commentarii», 2,3, 1747.
Skippon, 1732 = Skippon Philipp, An Account of a Journey made Thro’ Part of the Low-Countries, Germany, Italy, and France, in A collection of voyages and travels, some now first printed from original manuscripts, Printed by assignment from Messrs. Churchill for John Walthoe [et alii], vol. VI, 1732.
- Studia
Cristofolini, Managlia, 2021 = Cristofolini Giovanni, Managlia Annalisa, Giacomo Zanoni e la botanica a Bologna nel XVII secolo, «Notiziario della Società Botanica Italiana», 5 (2021), p. 295-303.
Cristofolini, 2021 = Cristofolini Giovanni, Rinvenimento e catalogazione di un erbario di Giacomo Zanoni presso i Musei Civici di Reggio Emilia, «Notiziario della Società Botanica Italiana», 5 (2021), p. 257-268.
Fantuzzi, 1790 = Fantuzzi Giovanni, Notizie degli scrittori bolognesi, In Bologna, nella stamperia di s. Tommaso d’Aquino, 1790, vol. VIII, p. 255-260.
Monti, 1742 = Monti Gaetano, Jacobi Zanonii vita, in Zanoni Giacomo, Rariorum stirpium historia ex parte olim edita. Nunc centum plus tabulis ex commenatrii auctoris ab eiusdem nepotibus ampliata…, Bononiae, ex Typographia Laelii a Vulpe, 1742, p. b1r-c4r.
Olmi, 1998 = Olmi Giuseppe, Il nobile caos di un picciol mondo, in Sovrane passioni ‐ Le raccolte d’arte della Ducale Galleria Estense, a cura di Jadranka Bettini, Modena, Motta, 1998, p. 58‐79.
Olmi, 2001 = Olmi Giuseppe, Museum on paper in Emilia-Romagna from the sixteenth to i, the nineteenth centuries: from Aldrovandi to Count Sanvitale, «Archives of natural history», 28 (2001), p. 157-178.
Olmi, 2002 = Olmi Giuseppe, I cappuccini e la scienza nell’età moderna, in I Cappuccini in Emilia‐Romagna ‐ Storia di una presenza, a cura di Giovanni Pozzi e Paolo Prodi, Bologna, EDB, 2002, p. 288‐329.
Olmi, 2009 = Olmi Giuseppe, Lavorare per i libri degli altri. Padre Matteo di S. Giuseppe, medico, botanico e disegnatore di piante «qui nomine suo nihil edidit», in Belle le contrade della memoria. Studi in onore di Maria Gioia Tavoni, a cura di Federica Rossi e Paolo Tinti, Bologna, Patron, 2009, p. 53‐69.
Saccardo, 1895 = Saccardo Pier Andrea, La botanica in Italia. Materiali per la storia di questa scienza, Venezia, tipografia Carlo Ferrari, 1895, p. 176.
Spaggiari, 2010 = Spaggiari Francesco, Giacomo Zanoni. Botanico montecchiese (1615-1682), Reggio Emilia, T&M Associati Editori, 2010.
Tiraboschi, 1784 = Tiraboschi Girolamo, Biblioteca modenese…, In Modena, presso la Società tipografica, 1784, vol. V, p. 412-414.