Enrico Dal Pozzo Di Mombello (Torino, 1822 - Perugia, 1892)
Ordine dei Chimici e dei Fisici, Roma Università di Perugia – MIM g.sanchini@chimicifisici.it
Received 2/10/2024㇑Accepted 18/10/2024㇑Published online 30/06/2025
Si ringrazia il personale del Servizio Fondi storici e Collezioni Speciali del Centro Servizi Bibliotecari dell’Università di Perugia per la collaborazione nel reperire il materiale di archivio per la ricerca svolta. Un sentito ringraziamento per le osservazioni e i commenti ricevuti nella revisione dell’articolo.
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Gli inizi
Enrico Ferdinando dal Pozzo di Mombello nacque a Torino nel 1822 da una potente famiglia della nobiltà Sabauda [Angius, 1853, p. 119] e morì a Perugia nel 1892 [Gigliarelli, 1908, p. 684]. Come ci narra lo storico Angius, il padre di Enrico, Ludovico Francesco Maria dal Pozzo dei conti di Mombello, servì nel corpo di artiglieria fino al grado di colonnello. Gli fu conferita la decorazione dell’ordine Mauriziano, fu capo dello stato maggiore della divisione Alessandria; per motivi di salute si ritirò dai ruoli del Regio Esercito Piemontese nel 1817. Nel 1818 sposò Giuseppina dei marchesi Cornaggia-Medici da cui ebbe quattro figli: Giuseppe Gaspare, Enrico Ferdinando, Carlo Pietro, Vittorio. Giuseppe Gaspare, previa speciale autorizzazione, servì nell’esercito pontificio fino al grado di capitano per poi ritirarsi a vita privata. Carlo Pietro entrò luogotenente nel corpo reale dello stato maggiore generale dove servì fino al grado di capitano. Posto su sua richiesta in aspettativa, fu nominato gentiluomo di corte da parte di Carlo Alberto. Vittorio si dedicò agli studi di legge ottenendo la laurea nel 1852 [Angius, 1853, p. 119-120].Sia per le tradizioni della nobiltà sabauda sia, come ci ricorda Angius, «inclinando alla vita religiosa» [Angius, 1853, p. 119-120], Enrico Ferdinando, figlio cadetto,entrò giovanissimo nell’ordine dei Barnabiti del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri.
La formazione del giovane Dal Pozzo non fu solo teologica, ma anche filosofica. Come è noto, la tradizione dell'ordine era quella di impartire una solida formazione scientifica; Enrico predilesse soprattutto le scienze fisiche. Dopo la sua ordinazione sacerdotale per le sue capacità fu scelto dai superiori per l’insegnamento della gioventù e divenne docente nel suddetto collegio. Dell’ingegno di Enrico riferisce sempre Angius che ricorda che nella Gazzetta Piemontese fu presentato il progetto di «una nave palombara» la cui forza motrice sarebbe stata prodotta da «una gas generato dalla pila di volta» [Angius, 1853]. L’interesse verso la scienza crebbe in Enrico fin dall'età giovanile accanto all’inclinazione alla vita religiosa. Anche dopo il passaggio allo stato laicale, visse una vita improntata ad una sobrietà e un’austerità quasi monastiche.
Il periodo di Parma, Bologna e Livorno
In mancanza di documenti quali gli stati di servizio dei docenti di scuola, non è facile ricostruire in dettaglio i luoghi e i tempi della sua carriera di insegnante. Ci si è quindi avvalsi delle informazioni sulle sedi di insegnamento desunte dalle sue pubblicazioni. Dopo la formazione al Collegio dei Barnabiti di Moncalieri e la pronuncia dei voti, troviamo Dal Pozzo docente nel collegio di cui era stato allievo, per poi essere inviato a Parma, Bologna e Livorno [Angius, 1853, p. 119-120].Fu docente a Parma nel 1847, come ci racconta lui stesso [Dal Pozzo, 1874]. A Parma insegnò fisica e matematica nel collegio ducale Maria Luigia fino al 1849, anno in cui si laureò in filosofia positiva all’Università di Torino [Maovaz, Romano, 2009, p. 59]. Vale la pena ricordare che la laurea in filosofia positiva fu istituita poco tempo prima ed era una novità nel panorama universitario oltre che essere un’opportunità per il Dal Pozzo di conseguire un titolo accademico al di fuori del percorso istituzionale religioso. Infatti, come specificato in Della costituzione dell’Università di Torino dalla sua fondazione all’anno 1848 «agli iniziati negli ordini maggiori ecclesiastici è conceduta dispensa dall'esame di magistero» [Ministero dell’Istruzione, 1852, p. 41]. Passò quindi a Livorno, dove dal 1850 al 1856 fu docente di fisica e chimica nelle scuole pubbliche [Maovaz, Romano, 2009, p. 59]. Il periodo livornese fu particolarmente fertile di opere in molteplici campi delle scienze naturali e segnò la sua maturazione professionale: si ricorda in particolare il Prodomo analisi chimica quantitativa minerale pubblicato nel 1855 [Dal Pozzo, 1855]. Sulla base di ulteriore materiale bibliografico, prima del trasferimento a Livorno, vediamo il Dal Pozzo presente a Bologna: se ne ha infatti traccia grazie all’opera Sugli studi botanici di Tomaso Luigi Berta [Dal Pozzo, 1850], scritta quando fu docente di fisica e matematica nel Collegio San Luigi della città fino al 1850. L’opera mostra come i suoi interessi di studio fossero già vasti e variegati.
La sua sete di conoscenza lo portò a scrivere testi in molteplici campi del sapere scientifico, fino a sconfinare in ambiti di studio che alcuni definirebbero parascientifici. Nel 1852 pubblicò un lavoro dal titolo Il magnetismo animale considerato secondo le leggi della natura [Dal Pozzo, 1852], in cui espose le sue idee sul fenomeno. Si rivelava adepto delle teorie di Franz Mesmer, molto in voga alla fine del ’700; nella seconda metà dell’800 il mesmerismo stava divenendo un tema alquanto controverso in ambito accademico, rimanendo tuttavia presente nella cultura delle élite e nella medicina. Questi studi furono esaminati dall’Inquisizione di Roma che nel 1857 istruì un processo [Belfiore, 1888, p. 41]. Inoltre, a ragione del fatto che aveva pubblicato l’opera senza la necessaria autorizzazione, gli fu impartito l’ordine di trasferimento a Perugia per essere a disposizione delle autorità ecclesiastiche inquirenti [Maovaz, Romano, 2009, p. 59]. Dal Pozzo continuò tuttavia a interessarsi di magnetismo animale, pubblicando opere sotto lo pseudonimo di Lisimaco Verati [Belfiore, 1888, p. 41] [Baldaccini, 1892, p. 159], come ad esempio il volume Sulla teoria e pratica del magnetismo animale [Verati, 1869]. Va ricordato inoltre che le ricerche sul magnetismo animale, osteggiate dalla maggior parte delle società scientifiche e mediche, influenzarono fortemente gli sviluppi ottocenteschi della psichiatria e della psicologia, veicolando in particolare l’uso dell’ipnotismo [Belfiore, 1888, p. 41]. Il ruolo del Dal Pozzo in questo settore attende ancora un adeguato inquadramento storico. Dal punto di vista della storiografia della fisica, il suo interesse per il mesmerismo è probabilmente la ragione della scarsa attenzione portata ai suoi contributi. Il suo nome è assente dai grandi repertori biografici ed enciclopedici.
Il periodo perugino
Il trasferimento a Perugia avvenne nel 1857. Lo storico perugino Raniero Gigliarelli, che fu suo allievo al Liceo Ginnasio, autore di un’opera sulla storia di Perugia, racconta che giunto nella città svolse le sue funzioni di religioso presso la Chiesa del Gesù [Gigliarelli, 1908, p. 683]. Come documenta l’altro principale storico dell’800 perugino, Luigi Bonazzi [Bonazzi, 1879,p. 46], dal 1775 la chiesa era sede della confraternita dei Barnabiti perugini. Per la sua grande cultura, il Dal Pozzo vi svolse il ruolo di predicatore fino al 1860, quando «intorno ai 40 anni lasciò l’abito [...] serbando irreprensibil condotta, austerità di costumi e insegnò nel liceo e poi nell’università» [Gigliarelli, 1908, p. 683]. Nel triennio compreso tra il 1857 e il 1860 il Dal Pozzo fu docente di fisica non solo presso il Liceo, ma anche docente di fisica e meccanica presso l’Istituto Tecnico della città [Itet]. Il processo presso l’Inquisizione si chiuse nel 1857, con la condanna al carcere perpetuo. Nonostante in secondo grado la condanna fosse poi stata annullata, l’esperienza lo segnò fortemente tanto che lasciò la vita religiosa [Maovaz, Romano, 2009, p. 59]. Su come avvenne il passaggio allo stato laicale non vi è convergenza nelle fonti: Maovaz [Maovaz, Romano, 2009, p. 59] parla di rinuncia e abbandono della vita religiosa, Cigliana [Cigliana, 2018] parla di scomunica. Tuttavia per quanto riguarda questa delicatissima fase della sua vita sembra far chiarezza l’annuario dell’Università di Perugia del 1893 in cui viene riportata la commemorazione da parte di Innamorati, collega del Dal Pozzo, che ricordava: «La sincerità della sua coscienza gl’impose di abbandonare l’abito del barnabita, abito onorato, del resto, dalla dottrina di molti e dal sacrificio del Bassi» [Università di Perugia, 1894, p. 95]. Dal Pozzo fu amico in gioventù del confratello Ugo Bassi [Gigliarelli, 1908, p. 683], il celebre patriota italiano che aveva certamente contribuito alla maturazione in lui dell'ideale risorgimentale. In questo periodo cominciò a professare un radicale anticlericalismo, che lo portò progressivamente a durissime prese di posizione contro la Chiesa e gli intellettuali cattolici, come testimonia un testo pubblicato nel 1861 con lo pseudonimo di Lisimaco Verati [Verati, 1861]. Allo stesso volgere di anni risale anche l’adesione alla Massoneria Perugina, di cui, come ci riferisce il sito del Grande Oriente d’Italia, divenne prima confratello e poi, nel 1871, Gran Maestro della loggia La Fermezza n. 1011 [Massoneria]. La motivazione dell’adesione alla Massoneria va vista nel contesto della sua adesione all’ideale Mazziniano e Risorgimentale: la Massoneria Perugina fu in prima linea nella lotta per la fine del potere temporale della Chiesa e l’unificazione dell’Italia. Va inoltre ricordato che gli anni compresi tra il ’57 e il ’60, cruciali per la vita del Dal Pozzo, sono altresì anni profondamente turbolenti, che sfociarono nei moti perugini del 20 giugno 1859 e alla dura repressione da parte delle truppe pontificie, funestata dalle famigerate ‘Stragi di Perugia’. Le violenze finirono con l’entrata dei soldati piemontesi il 14 settembre 1860 e il successivo plebiscito del 4 novembre 1860, che sancì l’unificazione dell’Umbria al nascente Regno d’Italia.
Il Governo Sabaudo inviò a Perugia come Commissario regio Giambattista Piepoli, che aveva delega anche sull’Università. Questi decise di nominare un nuovo docente per la cattedra di Fisica Sperimentale che fosse al contempo opportunamente aggiornato sulle nuove teorie scientifiche che si stavano affermando, come l’evoluzionismo; la sua scelta cadde su Dal Pozzo. Con missiva ufficiale in data 28 novembre 1860 a firma del Regio Commissario Generale Gioacchino Piepoli, il Dal Pozzo fu così incaricato di Fisica Sperimentale a far data dal 1° dicembre 1860 (Fig. 1). Nella lettera di nomina si evince che in maniera piuttosto sbrigativa il Commissario Regio aveva deciso di rimuovere il suo predecessore. Sempre nel dicembre 1860 il Dal Pozzo fu anche incaricato dal Municipio di Perugia di insegnare la Mineralogia (Fig. 2).
I sommovimenti politici del Risorgimento Italiano aprirono dunque a Dal Pozzo le porte alla docenza universitaria, attività che, come confermato da varie fonti, si affiancò a quella di docente nel Liceo comunale. A livello accademico furono moltissimi gli incarichi assunti nel corso del tempo. Fu tra l’altro incaricato di Zoologia e Geologia, tenendo lezioni che confermavano una cronologia della terra svincolata dalle Sacre Scritture [Maovaz, Romano, 2009, p. 59]. Divenne successivamente direttore del Gabinetto di Fisica, fino alla nomina a Preside della Facoltà di Medicina.
Fig. 3 – Il ritratto di Enrico Dal Pozzo di Mombello [ASUPb]iii.
Dopo il suo allontanamento dalla vita religiosa, il Dal Pozzo abbracciò la teoria evoluzionista. L’approccio materialistico ed evoluzionistico costituisce la sostanza del pensiero del Dal Pozzo, che fu uno dei propagatori del monismo haeckeliano in Italia [Dal Pozzo, 1890]. Il periodo Perugino fu caratterizzato da un’intensa attività pubblicistica segnata da polemiche con intellettuali e scienziati di formazione sia cattolica sia liberale. Fu protagonista di una polemica di rilievo con la rivista Civiltà Cattolica, che lo aveva aspramente criticato per le sue posizioni anticlericali [Civiltà Cattolica, 1885, p. 204]. L’anonimo estensore dell’articolo attaccava con particolare astio la conferenza tenuta da Dal Pozzo in commemorazione di Giordano Bruno [Dal Pozzo, 1885a]. Le polemiche si incentravano anche sulle posizioni evoluzionistiche a cui il professore perugino si ispirava. Scrisse per commemorare la morte di Darwin [Dal Pozzo, 1882] e ingaggiò una polemica a stampa con vari intellettuali di cultura cattolica e creazionista, in particolare con l’insigne chimico perugino Sebastiano Purgotti [Dal Pozzo, 1879], come documentato da Moavaz nel suo lavoro sulle polemiche evoluzioniste nell’800 perugino [Maovaz, Romano, 2009], una delle pochissime pubblicazioni recenti in cui il Dal Pozzo sia citato. Dopo la morte, che avvenne nella sua abitazione, situata nella via che tuttora porta il suo nome, la casa venne messa in vendita dai parenti e fu acquistata da una congregazione di suore perugine che in seguito vi realizzarono un ospizio per anziani. Il Gigliarelli narra che al compimento del primo anno dalla sua morte l’amministrazione perugina fece porre una targa commemorativa sulla facciata della casa. Quando successivamente si perfezionò l’atto di acquisto da parte delle suore, queste imposero (tanto era inviso il Dal Pozzo in ambiente cattolico) la condizione che fosse rimossa la lapide [Gigliarelli, 1908, p. 684], che fu poi collocata provvisoriamente nell’Università, dove è tuttora, nel corridoio principale del palazzo del Rettorato (Fig. 4).
Fig. 4 – Foto della lapide commemorativa presente nel corridoio principale del Rettorato dell’Università di Perugia.
Dal Pozzo spaziò in molteplici campi, come ricordava il Rettore Trinci all’inaugurazione dell’anno accademico 1892-1893: «Non si appagò di una scienza inventariata, non si contentò d’orizzonti limitati» [Università di Perugia, 1893, p. 12]. La sua attività si espresse non solo a livello della penisola italiana, ma anche oltralpe, come ci ricorda il Gigliarelli che ci segnala che la sua opera «Il progresso delle scienze nell’ultimo secolo fu premiata al concorso bandito dall’Accademia delle Scienze di Francia», paese in cui il Dal Pozzo tenne conferenze e lezioni [Gigliarelli, 1908]. Una ulteriore conferma del respiro internazionale della sua attività è data dalla recensione che ebbe nella celebre rivista Nature [Nature, 1874, p. 67] del testo dal titolo Degli studi fisici di Ambrogio Fusinieri [Dal Pozzo, 1874] in cui affrontava, a partire dalla figura del fisico vicentino, il tema dell’unificazione delle forze naturali fondamentali a partire dal lavoro sull’unità delle forze fisiche del P. Angelo Secchi [Secchi, 1864]. Si tratta di un aspetto di grande interesse del suo lavoro scientifico, meritevole di approfondimento critico. Un altro settore di studio che deve essere almeno accennato è costituito dai suoi studi di fisica applicata alle scienze biomediche. Citiamo in particolare l’ottica fisiologica e la psicofisiologia della visione cui consacrò vari lavori, quali Luce e Colore [Dal Pozzo, 1888a] e Discromatopsia [Dal Pozzo, 1888b]. Rientrano in qualche misura nel campo della psicofisiologia parti dei suoi lavori sul magnetismo animale. Dopo quasi un trentennio di insegnamento alla Facoltà di Medicina e alla scuola per Farmacisti, nel biennio accademico 1888/89 e 1889/90 venne nominato Preside della Facoltà [Università di Perugia, 1894]. Si interessò anche di dinamica molecolare e allo studio della fisica-chimica secondo la teoria dinamica. Fu molto attivo sul fronte della didattica, come attestano le molte opere pubblicate ad uso degli studenti. La complessa e per molti aspetti travagliata vita dell’insigne docente perugino si concluse il 31 gennaio 1892 [Università di Perugia, 1894, p. 94] [Gigliarelli, 1908, p. 684] come ricorda la lapide commemorativa posta all’Università di Perugia (Fig.4).
Fonti manoscritte e archivistiche
ASUPa = Archivio Storico Università degli Studi di Perugia, Postunitario, Parte III, Carteggio, 1860-1861.
ASUPb = Archivio Storico Università degli Studi di Perugia, Fototeca di Ateneo, album n. 14.
Opere di Enrico Dal Pozzo
1850 = Sugli studi botanici di Tomaso Luigi Berta, Bologna, Sassi, 1850.
1852 = Il magnetismo animale considerato secondo le leggi della natura, Siena, Carrozzi, 1852.
1853 = Difesa dei Tavoli e Corpi semoventi Studi Critici, Livorno, Carrozzi, 1853.
1855 = Prodomo analisi chimica quantitativa minerale, Livorno, Carrozzi, 1855.
1861 = Delle immagini nell’occhio, «Giornale Scientifico Letterario - Atti della società economica agraria di Perugia», 6 (1861), p. 289-309.
1867 = Trattato di fisico-chimica secondo la teoria dinamica, Foligno, Sgariglia, 1867.
1868 = Sull’insegnamento della fisica in Italia, Foligno, Sgariglia, 1868.
1873 = Sommario delle lezioni di fisica, Foligno, Sgariglia, 1873.
1874 = Degli studi fisici di Ambrogio Fusinieri, Foligno, Sgariglia, 1874.
1875 = Il principio Fusineriano. Discorso letto in occasione della festa centenaria di Ambrogio Fusinieri, Foligno, Sgariglia, 1875.
1879 = Sebastiano Purgotti: polemica, Firenze, Le Monnier, 1879.
1882 = Carlo Darwin: commemorazione, Firenze, Le Monnier, 1882.
1883 = Il mezzo sidereo: conferenza, Firenze, Le Monnier, 1883.
1885a = Giordano Bruno, Foligno, Sgariglia, 1885.
1885b = L’universo invisibile. Studi fisici sopra uno stato futuro, Milano-Torino, F.lli Dumolard, 1885.
1887 = L’evoluzione geologica inorganica, animale ed umana, Foligno, Sgariglia, 1887.
1888a = Luce e colore,«Rivista di filosofia scientifica», 7 (1888),p. 257-293.
1888b = La discromatopsia: studi sulla visione dei colori, Foligno, Sgariglia, 1888.
1889 = Commemorazione a Giordano Bruno 9 giugno 1889, Perugia, G. Guerra e C., 1889.
1890 = Il Monismo: conferenze tenute nell’Università di Perugia nel maggio 1889, Città di Castello, Lapi, 1890.