N.1 2025 - Scientia | Giugno 2025

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Pietro Omodeo (1919-2024)

Elena Canadelli

Università di Padova elena.canadelli@unipd.it

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Rabbia e amore sono i sentimenti da coltivare se si vuole uscire da una certa spirale, se si vuol rendere migliore questo mondo, se si vuole conseguire una migliore qualità della vita. È questo il messaggio che voglio rivolgere alle nuove generazioni che ricevono in eredità un pianeta devastato da un’inconsulta politica di rapina e hanno davanti a sé un futuro torbido e minaccioso.

Pietro Omodeo, Prefazione alla prima edizione di Biologia con rabbia e con amore, 1989

In questa citazione tratta da uno dei suoi lavori più noti è racchiuso a mio parere lo spirito che ha animato tutta la vita e l’opera di Pietro Omodeo, biologo, evoluzionista e storico della scienza che ha attraversato il Novecento e gli inizi del nuovo millennio: amore per la scienza, la vita, la storia, gli altri; un amore mai fine a se stesso, ma sempre rivolto a una presa e a un’azione sul mondo. Nel 2013, quando da Milano arrivai come assegnista di ricerca al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, il suo insegnamento, che era durato 18 anni, dal 1966 al 1984, si percepiva ancora, per esempio nella memoria e nell’interesse per la storia della biologia di alcuni suoi allievi, come Sandra Casellato e Sandro Minelli. Occupandomi di quei temi, sentii che ero approdata nel posto giusto. All’epoca conoscevo il nome di Pietro Omodeo soprattutto per i suoi studi sulla storia della biologia e dell’evoluzionismo, ma nel corso degli anni ho avuto modo d’incontrarlo, a distanza o di persona, anche per altre ragioni: per l’attività editoriale nella rivista Nuncius, quando si stava dedicando allo studio di Amerigo Vespucci, su cui nel 2017 ha pubblicato il volume Amerigo Vespucci e l’annuncio del Nuovo Mondo; per la nuova edizione con la casa editrice Bibliografica di Creazionismo ed Evoluzionismo, uno dei suoi testi più importanti di storia della biologia e scienze naturali; e infine per la Società Italiana di Storia della Scienza (SISS), a cui Omodeo ha voluto aderire nel 2021, animato da una gioia genuina di partecipare e condividere idee, insieme. In occasione di uno dei primi eventi organizzati come presidente SISS, il 10 settembre 2021 al Museo Galileo di Firenze, Omodeo mi contattò perché, come scriveva in una email del 21 agosto, «ho molta voglia di partecipare alla riunione [...] e di comunicare se ci sarà spazio di tempo su uno dei miei temi più cari: la definizione del vivente». L’anno seguente, uscendo dalla fase più acuta della pandemia di Covid-19, al convegno nazionale Ad limina. Frontiere e contaminazioni transdisciplinari nella storia delle scienze, organizzato dalla SISS all’Università di Catania, Pietro Omodeo partecipò, accompagnato dalla figlia Maria, con una relazione sul matematico, filosofo e naturalista francese Pierre-Louis Moreau de Maupertuis. In quell’occasione gli fu assegnato il premio SISS alla carriera per i risultati raggiunti con le sue ricerche e i rilevanti contributi alla storia della biologia. Il suo sostegno generoso, discreto e partecipativo – mi mancherà.

È difficile riassumere in poche battute una vita ricca e densa di esperienze come quella di Pietro Omodeo, che ha spaziato dalla storia della scienza alla zoologia e alla biologia, dalla divulgazione alla ricerca naturalistica sul campo, in Italia e all’estero. Scomparso a Siena il 20 gennaio 2024, all’età di 104 anni, Pietro Temistocle Omodeo era nato il 27 settembre 1919 a Cefalù dallo storico Adolfo Omodeo (1889-1946) e dalla letterata Eva Zona (1888-1973). Dal matrimonio nacquero cinque figli: Vittoria, Ida, Pietro, Anna e Sara. Dopo l’infanzia trascorsa a Catania, la famiglia si trasferì a Napoli, dove il padre insegnava Storia della Chiesa e del Cristianesimo. Ottenuto il diploma di maturità classica nel 1936, all’età di 17 anni Pietro Omodeo si iscrisse a Pisa al corso di laurea in Scienze Naturali, frequentando la Scuola Normale, da cui fu espulso nel 1939 per alcuni disordini, come racconta lui stesso nell’articolo del 1989, Antifascismo e Goliardia, riproposto nel suo volume Biologia con rabbia e con amore. L’11 giugno 1940, il giorno dopo l’entrata in guerra dell’Italia, Omodeo si laureò sotto la guida di Giuseppe Colosi con una tesi dal titolo La circolazione del sangue nei lombrichi; un argomento, quello dei lombrichi, di cui avrebbe continuato a occuparsi anche negli anni seguenti, in relazione alla loro biogeografia, sistematica, embriologia e citogenetica.

Se gli anni universitari furono segnati dalla violenza del Fascismo e dal rigido controllo da esso esercitato, quelli successivi alla laurea trascorsero all’insegna della guerra. Omodeo fu infatti testimone di alcune delle pagine più buie della storia del Novecento – «quasi sette anni di vita sprecati, un destino condiviso con centinaia di migliaia di coetanei» (intervista a Danesi, Bellucci, 2004, http://omodeo.anisn.it/articolo_omodeo.pdf, p. 3). Dopo mesi di addestramento militare in varie città italiane, nel dicembre 1940 fu mandato con l’esercito in Libia, prima a Tripoli, poi a Sirte, Agedabia, Tobruk. Dopo la battaglia di El Alamein trascorse tre anni e mezzo come prigioniero di guerra nel deserto egiziano. In questa lunga prigionia i ricordi personali si mescolano a quelli del naturalista sempre alla ricerca di stimoli:

«Il deserto libico era incredibilmente ricco di vita minuscola, ma in quello egiziano, dove settimane e mesi trascorrevano con terribile lentezza, non c’era alcun ragno industrioso da spiare, solo qualche nera Pimelia sbandata, le cimici delle nostre brande e i nibbi che dopo i nostri pasti volteggiavano bassi attendendo che qualcuno lanciasse loro qualche avanzo da afferrare al volo. Nient’altro. [...] Cominciai a riflettere sui dispositivi di autocontrollo degli animali e sugli organi di senso, e a riempire i quaderni» (ibidem, p. 5).

Rimpatriato in Italia nel febbraio 1946, sbarcò a Taranto ricongiungendosi con la famiglia a Napoli dopo varie peripezie. E proprio a Napoli riprese il suo percorso di scienziato, come assistente di Umberto Pierantoni all’Istituto di Zoologia dell’Università, lavorando principalmente nei laboratori della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Nel 1947, due eventi importanti: il conseguimento della tesi di perfezionamento in zoologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e il matrimonio con Miriam Donadoni, pianista e musicologa, da cui nacquero cinque figli.

Nel corso della sua carriera universitaria, terminata nel 1989, Pietro Omodeo cambiò diverse sedi: dopo Napoli, dove nacque anche il suo interesse per la storia della scienza, nel 1952 si spostò a Siena. Qui, accolto da Emanuele Padoa, continuò ad approfondire i suoi studi sugli Oligocheti. Nel 1966 fu la volta di Padova, dove dedicò molto tempo anche allo studio dei problemi teorici e alla storia della biologia e dell’evoluzionismo, e infine, nel 1984, si trasferì a Roma Tor Vergata. Qui, il 31 maggio 1989, tenne la sua ultima lezione dedicata alle ‘due sorelle’, Fisica e Biologia, specchio dei suoi interessi per la cibernetica, coltivata in dialogo con figure come Vittorio Somenzi, Eduardo Caianiello e il suo Laboratorio di Cibernetica ad Arco Felice, presso Napoli, Alessandro Checcucci e il suo Centro di Biofisica a Pisa. Questi interessi si ritrovano anche nel suo corposo manuale UTET del 1977, Biologia, dove Omodeo perlustrava i meandri della biologia e della genetica molecolare tentando «di interpretare quei complicati processi mediante la teoria dell’informazione e i principi dell’autocontrollo» (ibidem, p. 6). Ed è proprio per il suo interesse verso questi temi che il 22 aprile 2024, al Dipartimento di Biologia di Padova, nel minisimposio Domande, processi e memoria. Discorsi sulla biologia in ricordo di Pietro Omodeo, abbiamo deciso di ricordarlo non solo attraverso gli sviluppi della zoologia e della storia della biologia, ma anche trattando d’intelligenza artificiale.

La carriera universitaria di Omodeo si è snodata sullo sfondo della storia d’Italia, dalla complessa ricostruzione post-bellica, tra Napoli e Siena, alle contestazioni dei movimenti studenteschi del ‘68, che visse in prima persona a Padova in una fase di grandi trasformazioni della società e dell’università italiana, fino agli anni Ottanta a Roma, con la crescente sensibilità pubblica nei confronti di temi come la protezione dell’ambiente e della salute. Pietro Omodeo non ha nascosto le sue critiche a certi aspetti del sistema universitario italiano, come nel saggio Cronaca di cinquant’anni di Biologia animale (2004), dove descrive «la carriera universitaria come un letto di Procuste, ma anche come una lotteria, ma anche come un mercato, ma anche come … qui diventa difficile non cadere nel turpiloquio» (in Biologia con rabbia e con amore, 2 ed., 2020, p. 215). Ma su queste questioni non mancano i toni divertenti e (auto)-ironici, come nel Gioco del Faraone da lui inventato nel 1959, una specie di gioco dell’oca che simulava le tappe della carriera universitaria e che strappa ancora oggi un sorriso (il disegno è riprodotto in Folco Giusti, Maestro di vita, compagno di avventure, in Insieme per festeggiare i 100 ANNI di PIETRO OMODEO, Siena, 1 Ottobre 2019. Diario della festa, a cura di Emilia Rota, 2020, https://www.fisiocritici.it/images/pdf/Volumi/Insieme_per_festeggiare_i_100_anni_di_Pietro_Omodeo.pdf, p. 74-75).

Sulla scia di quanto fatto da altri biologi italiani interessati alla storia della propria disciplina, come Umberto D’Ancona e Giuseppe Montalenti, Pietro Omodeo iniziò ad avvicinarsi alla storia della scienza non appena rientrato in Italia dopo il lungo periodo di prigionia. Il suo interesse per questi temi era caratterizzato da un dialogo diretto e serrato con i testi dei grandi naturalisti del passato, da Lamarck a Darwin, da Cuvier a Maupertuis, che pur non essendo più presenti in carne e ossa lo erano con le loro opere. Omodeo ha sottolineato in varie occasioni il suo approccio allo studio della storia della biologia e dell’evoluzionismo: iniziato a Napoli con le carte di Giosuè Sangiovanni nella biblioteca dell’Istituto di Zoologia, e continuato poi con Jean-Baptiste Lamarck al Muséum d’histoire naturelle di Parigi e Charles Darwin nella biblioteca del British Museum a Londra. Nell’intervista del 2004, si autodefiniva a questo proposito un outsider rispetto agli storici ‘ufficiali’ della scienza, un outsider che «certamente mancava di alcuni ferri del mestiere (ho provato a lavorare in archivio, senza riuscirci) ma conosceva i problemi e capiva certe scelte e certe soluzioni proposte dai remoti predecessori, e questo era un grosso vantaggio» (intervista a Danesi, Bellucci, http://omodeo.anisn.it/articolo_omodeo.pdf, p. 6). L’intenso e variegato studio di autori e problemi del pensiero naturalistico e biologico del passato, dal Rinascimento all’Illuminismo fino all’Ottocento, è confluito negli anni in numerose voci enciclopediche e articoli in riviste, come quello del 1959, Centocinquant’anni di evoluzionismo, pubblicato su Società, «rivista gestita e finanziata dal Partito Comunista» (Omodeo, Creazionismo ed Evoluzionismo, Bibliografica, 2022, p. 10), in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dalla pubblicazione dell’Origine delle specie di Darwin e i 150 anni dall’apparizione della Filosofia zoologica di Lamarck. Copiosa è stata anche la sua produzione di libri su questi temi: Creazionismo ed Evoluzionismo, pubblicato nel 1984 da Laterza e apparso in una nuova edizione a cura di Emilia Rota nel 2022 con Bibliografica Editrice; Gli abissi del tempo, pubblicato nel 2000 da Aracne, che nel 2020 l’ha riproposto in una nuova edizione; e Alle origini delle scienze naturali (1492-1632), pubblicato da Rubbettino nel 2001. In altri lavori Omodeo si è occupato di alcuni temi cardine delle scienze della vita: dal problema biologico della specie, nel 1988, in un volume apparso nella collana di libri dell’Unione Zoologica Italiana, all’Evoluzione della cellula. Un approccio multidisciplinare (Ets, 2010). Nel vivace panorama editoriale italiano del secondo dopoguerra, Omodeo è stato anche un instancabile curatore e traduttore di classici di storia della scienza e dell’evoluzionismo. Per esempio nel 1967, quando per Feltrinelli oltre alla curatela complessiva del Viaggio di un naturalista intorno al mondo di Darwin, tradusse la sua Autobiografia e le Lettere (1831-1836), pubblicate insieme al resoconto del viaggio. Nel 1969 è la volta della curatela delle Opere di Lamarck per Utet, mentre nel 1974 è Omodeo a introdurre l’edizione dell’Origine delle specie di Darwin per Newton Compton.

La lettura delle opere degli autori del passato si è intrecciata con la sua passione per i libri ‘vecchi’ e i librai che li vendevano. Alla fine degli anni Quaranta, sempre a Napoli, Pietro Omodeo iniziò ad alimentare la sua biblioteca personale, poi cresciuta nel tempo: «Il primo libro che attrasse la mia attenzione fu un’opera di alchimia del primo Seicento: Turba philosophorum. Era chiosato a margine da antiche mani. “Quanto?” “Trecento lire”. Non stetti a tirare sul prezzo e lo comprai» (Omodeo, La mia biblioteca, “Nuncius”, 2004, p. 13). Seguirono poi un incunabolo della Naturalis historia di Plinio il Vecchio, ma anche le Controversie di Bellarmino e molti altri. Omodeo non condusse le sue esplorazioni da bibliofilo solo in Italia, ma anche a Parigi, tra i bouquinistes del Lungosenna alla ricerca delle opere di Lamarck, o nelle librerie antiquarie inglesi in compagnia di Nora Barlow, la pronipote di Charles Darwin. Nel dicembre 2003 la sua biblioteca di circa 2000 opere, per la maggior parte a tema storico-naturalistico, è stata acquistata dal Museo e Istituto di Storia della Scienza di Firenze (oggi Museo Galileo), dove è stata catalogata ed è ancora oggi conservata (https://opac.museogalileo.it/pdf/acquisti/fondo_omodeo.pdf; Casati, La biblioteca di Pietro Omodeo, “Nuncius”, 2004).

Pietro Omodeo non è stato solo uno studioso di filosofia e storia della biologia e dell’evoluzionismo, di lombrichi e di cibernetica, ma anche un divulgatore della scienza e delle sue ricadute sulla società, animato dall’intento di portare alcuni temi ‘caldi’ all’attenzione del pubblico, a volte non senza vis polemica, quasi fosse un giornalismo d’inchiesta. Di questa costante attività d’opinione svolta a partire dalla fine degli anni Cinquanta è testimonianza la raccolta Biologia con rabbia e con amore, uscita in prima edizione nel 1989 e con una nuova veste a cura di Emilia Rota nel 2020. Si tratta di articoli, prefazioni, introduzioni e recensioni apparsi su riviste come Scientia, Episteme, Società, De Homine, Sapere, Le Scienze. L’inquinamento da pesticidi, la difesa della teoria dell’evoluzione, la dimensione etica e le frontiere della biologia, la condizione del ricercatore, sono solo alcuni dei temi che fanno trapelare la dimensione etica e politica della ricerca di Omodeo, sempre pronto a confrontarsi con alcuni temi scomodi della contemporaneità, per esempio pubblicando nel 1975 sulle pagine di Sapere una conversazione censurata dalla RAI sul legame tra insetticidi e cancro. Anche il suo impegno civico con vari ruoli nel comune di Siena e il suo attivismo nel mondo dell’associazionismo vanno in questa direzione: dall’Unione Zoologica Italiana, di cui tra le altre cose ha diretto il Bollettino di Zoologia, poi Italian Journal of Zoology, a partire dal 1975, all’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Scienze Naturali, con cui ha collaborato a lungo vista la sua grande attenzione per la scuola, e all’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, di cui è stato tra i presidenti onorari.

Nel corso della sua lunga vita, Pietro Omodeo si è mosso con passione tra le due culture, quella umanistica e quella scientifica, ponendo in costante dialogo la storia e la biologia, il passato e la contemporaneità. Nell’aprile 2020, in piena pandemia di Covid-19 e di fronte alle impellenti sfide ambientali e sociali a essa legate, Omodeo si chiedeva, «ripartire al più presto, ma per dove? », e questa domanda riecheggia nel presente di ognuno di noi, non per bloccarci, ma per darci nuovo slancio e interrogarci su chi vogliamo essere e cosa vogliamo fare – l’ultimo e prezioso messaggio di Pietro Omodeo.

Bibliografia

Notizie sulla vita e sull’opera di Pietro Omodeo si trovano in Sandra Casellato, Pietro Omodeo. Un biologo umanista, in Sandra Casellato, Paolo Burighel & Alessandro Minelli, eds., Life and Time: The Evolution of Life and its History, Cleup, Padova 2009, p. 1-4; Stefano Salvia, Vita e tempo. Omaggio a Pietro Omodeo per i suoi 90 anni, in «Rivista di storia della filosofia», n. 3, 2010, p. 529-532; Saverio Forestiero, Vita di P, in Insieme per festeggiare i 100 ANNI di PIETRO OMODEO. Siena, 1 Ottobre 2019. Diario della festa, a cura di Emilia Rota, Accademia dei Fisiocritici, Siena 2020, p. 23-42, https://www.fisiocritici.it/images/pdf/Volumi/Insieme_per_festeggiare_i_100_anni_di_Pietro_Omodeo.pdf e più in generale in tutto il volume, ricco di fotografie di Omodeo e dei suoi lavori. Lo stesso Pietro Omodeo si è raccontato negli ultimi anni in varie interviste video e a stampa (Una breve conversazione sulla vita con Pietro Omodeo, 16 aprile 2020, https://www.youtube.com/watch?v=BH5lyNz6EE8&t=85s; Storie da raccontare. Pietro Omodeo, 12 novembre 2021, https://www.youtube.com/watch?v=EUFQg0vMav0; Brunella Danesi, Maria Bellucci, Scienze, storia delle scienze, storia delle idee. Intervista a Pietro Omodeo. Itinerari di un naturalista, NATURALMENTE Scienza, a. 17, n. 2, maggio 2004, p. 3-11, http://omodeo.anisn.it/articolo_omodeo.pdf) e in brevi articoli autobiografici (Biografia sommaria di Pietro Omodeo raccontata da lui medesimo, in Sandra Casellato, Paolo Burighel & Alessandro Minelli, eds., Life and Time: The Evolution of Life and its History, Cleup, Padova 2009, p 321-324). Sulla sua biblioteca, oggi al Museo Galileo di Firenze, https://opac.museogalileo.it/pdf/acquisti/fondo_omodeo.pdf, si vedano Stefano Casati, La biblioteca di Pietro Omodeo, «Nuncius», XIX, 2004, p 357-373, e Pietro Omodeo, La mia biblioteca, «Nuncius», XIX, 2004, p. 667-670.

Oltre alle opere già citate nel testo, per un elenco dei suoi lavori si veda la rubrica di Pikaia del 15 febbraio 2024 a cura di Paolo Coccia, https://pikaia.eu/le-opere-di-pietro-omodeo/. Le indicazioni bibliografiche, che arrivano al 2009, provengono dai seguenti repertori di Paolo Coccia: La dimensione storica 1859-1959, vol. I, PartnerGraf, Prato 2018; Gli ultimi cinquant’anni 1960-2009, vol. II, PartnerGraf, Prato 2019; Letteratura/Movimenti artistici/Architettura, Matematica ed evoluzione, Evoluzione ed Economia, Miscellanea Darwiniana. Darwin e Wallace, Libri di autori italiani posseduti da Darwin, Tavola sinottica delle opere di Charles Darwin, Tutte le copertine delle opere di Darwin e Wallace pubblicate in Italia, vol. III, PartnerGraf, Prato 2017; Addendum 2021, vol. IV, PartnerGraf, Prato 2021 (https://www.partnergraf.it/editoria1.php#libri). Nel primo volume è presente tra l’altro una breve prefazione di Omodeo. Si vedano inoltre: Emilia Rota, Life Science Bibliography of Pietro Omodeo (1919-2024), "Zenodo", 2025, https://doi.org/10.5281/zenodo.15065950; l’elenco delle pubblicazioni, anche zoologiche, fino al 2009, a cura di Emilia Rota, in Sandra Casellato, Paolo Burighel & Alessandro Minelli, eds., Life and Time: The Evolution of Life and its History, Cleup, Padova 2009, p. 325-340 e il percorso commentato dei suoi lavori in Insieme per festeggiare i 100 ANNI di PIETRO OMODEO. Siena, 1 Ottobre 2019. Diario della festa, 2020, https://www.fisiocritici.it/images/pdf/Volumi/Insieme_per_festeggiare_i_100_anni_di_Pietro_Omodeo.pdf.

Varie notizie sulla sua vita e opera si trovano anche online, per esempio nei siti: NATURALMENTE Scienza, Festa NAT 2009, Pietro Omodeo, scienziato e umanista, La Limonaia, 23 maggio 2009, https://www.naturalmentescienza.it/sections/?s=48, con articoli di Brunella Danesi sulla biblioteca di Omodeo, Marcello Buiatti sul contributo di Omodeo alla biologia italiana, Giuseppe Longo, sulla fisica del vivente, e dello stesso Omodeo sulle nuove sfide delle scienze naturali; Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Alessandro Minelli, Pietro Omodeo, cent’anni, da «L’Ateo», 4/2019, https://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/125/pietro-omodeo-cent-anni/; Pikaia, Saverio Forestiero ed Elena Gagliasso, Le molte vite di Pietro Omodeo (1919-2024): un evoluzionista tra naturalismo e cultura, https://pikaia.eu/pietro-omodeo-una-lunga-vita-ben-spesa/; Associazione Nazionale degli Insegnanti di Scienze Naturali, Ricordo del prof. Pietro Omodeo, con un link al suo testo Biologia. La Vita e la sua storia, 22 gennaio 2024, http://www.anisn.it/nuovosito/ricordo-del-prof-pietro-omodeo/.

Sui genitori di Pietro Omodeo, si veda la voce del DBI, v. 79, del 2013 dedicata al padre scritta da Girolamo Imbruglia, https://www.treccani.it/enciclopedia/adolfo-omodeo_(Dizionario-Biografico)/, e sulla madre, Beatrice Mortillaro, Ninfe proterve: Italia, Eva e Concettina, studentesse di lettere, Palermo 2009.

Ultima consultazione risorse online [1 giugno 2025].